La mostra site-specific si snoda tra diverse installazioni, a partire dal loggiato d’ingresso con Das Reservat, in cui una serie di venti elementi di plastica verde sono poggiati su altrettanti elementi speculari che richiamano alla memoria visuale le colture naturali vegetali. I tre tondi in alluminio, con applicata pellicola riflettente su catarifrangenti, raccontano, tramite il loro titolo allusivo Flirt with Light, l’interesse dell’artista per gli effetti di riflessione che rinviano la luminosità alla fonte da cui provengono. Sensibile, infatti, al fenomeno della luce, al punto da dedicargli una serie specifica, Teres Wydler lo pratica, in diverse modalità, nella sua opera. Nel salone della galleria, si distende, a parete, l’ampia installazione Naturales, costituita da tondi in alluminio, costellati di residui vegetali, soggetti a processo di ossidazione, rappresentanti una serie di pianeti in rotazione su orbite immaginarie, rinvianti, ipoteticamente, a possibilità di congiunzioni, eclissi, impatti da cadute di meteoriti. A terra, si distende l’installazione Navigation, formata da due ampie ellissi di cristalli di zucchero bianco che si intersecano sul pavimento. Le successive serie processuali, denominate De Cultura, mettono in atto un processo microbiologico su cotone, con supporto di alluminio, sotto il diretto controllo dell’artista, così come la serie Opportunities è riconducibile a processi microbiologici attivati da esperimenti di semina, su PVC trasparente, geometricamente marcato da scotch nero.