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Michelangelo Jr. Gandini

QUALCOSA È ANDATO STORTO 

Testo critico di Cristina Ruffoni

La mostra d’arte contemporanea dell’artista Michelangelo Jr. Gandini, intitolata Qualcosa è andato storto, esplora il tema della precarietà e dell’incertezza della condizione umana attraverso un linguaggio che riprende e trova riferimento nei combinepaintings di Robert Rauschenberg e che unisce a suggestioni derivate dalle scenografie dei film di Wim Wenders e alle musiche di Tom Waits.

Michelangelo Jr. Gandini nei suoi lavori esplora un viaggio attraverso l’incertezza, riproponendo allo spettatore la stessa frenesia del viaggio che Kerouak in primis ha affrontato. Attraverso l’uso di carte geografiche l’artista segnala paesaggi urbani e rurali che ci circondano, come nella serie dei Naufragi, in cui aggiunge segni grafici, elementi pittorici, abrasioni e cancellature per evidenziare e ridefinire elementi simbolici in contesti e scenari di assoluta precarietà. Nei suoi lavori Gandini evita di dominare il risultato finale dell’opera, orientandosi piuttosto come una sorta di viandante.

Questa ricercata condizione di instablità, attraverso l’uso della carta geografica come mezzo, viene sottolineata dalle parole dell’artista stesso: “Nel conflitto esistenziale, da racconti di viaggiatori superstiti, pare che le cartografie vengano continuamente ridefinite dalle migrazioni stesse. La sopravvivenza tira colpi di remi così come le scosse terrestri spostano le precarietà. La sopravvivenza consapevolmente azzarda giocate con dadi truccati pescati nelle tasche di celebri biscazzieri.

La già citata tecnica della pittura combinata, che sembra essere la scelta esclusiva per questa mostra, non costituisce più scelta di riflessione sul linguaggio pittura, bensì uno strumento che porta ad una riflessione sul contenuto della ricerca. L’opera di Gandini deve accompagnare infatti lo spettatore ad una riflessione, spostandolo da una condizione di mero osservatore a quella di partecipante attivo.

Michelangelo Jr. Gandini ci trasporta in un universo di immagini surrealiste e di derivazione situazionista che mirano a comporre un’atmosfera di fragilità tanto lirica quanto concreta. La mostra presenta una collezione di dipinti e installazioni, che vedono nell’installazione Dogs’ cold cases uno snodo centrale che ci accompagna verso una riflessione critica su come la trasformazione dei paesaggi, delle persone e delle situazioni in cui viviamo, ci lascia in uno stato di incertezza. In un’era di rapidi cambiamenti, l’artista ricorda che a volte qualcosa può andare storto anche quando l’arte scopre che in se stessa può essere trovata la complessità della vita.

Qualcosa è andato storto

point of view: ingresso mostra

Dogs' cold cases

2023 - 105 x 150 x 40 cm - Stoffa su suppoto ligneo

Progetti di naufragio

2022 - 70 x 100 cm - Pittura e tecnica mista su supporto in resina e lastra metallica

Senza titolo

2022 - 280 x 95 cm cad. - Tecnica mista su carta Polittico (4 moduli)

Naufragi

point of view: serie dei naufragi - 2021/22 - tecnica mista su carta e tela

Compasso

2022 - 88 x 40 x 25 cm - Pittura e metallo su supporto ligneo

Progetti di naufragio

2022 - 30 x 22 cm cad. - Pittura e metallo su supporto ligneo

Progetti di naufragio

2022 - 70 x 100 cm - Pittura e tecnica mista su supporto in resina e lastra metallica

Inversione

2023 - 150 x 100 cm - Supporto metallico, pittura su ruota lignea, animali in plastica, forcella metallica e spago

Naufragi

point of view: serie dei naufragi - 2021/22 - tecnica mista su carta